giovedì 13 marzo 2014

TUTTO DA SAPERE SULLE ALGHE IN GRAVIDANZA



Mangiare le alghe in GRAVIDANZA

 

ALGHE RICCHE DI IODIO E ACIDO ALGINICO

Tra verdi, rosse e brune, l’assortimento della alghe che si possono gustare è davvero vastissimo ed è fatto di sapori tra loro molto diversi, ma anche di caratteristiche nutritive differenti. Una comune a molte alghe marine è la ricchezza di iodio: alcune specie ne contengono da 100 a 1000 volte di più degli ortaggi più comuni, e se consideriamo che la carenza di iodio è diffusissima in Italia (non per nulla il Ministero della salute consiglia di consumare sale iodato…), si capisce come un po’ di alghe nel piatto possano costituire un’ottima integrazione. Tanto più che lo iodio delle alghe è presente in una particolare forma chimica che lo rende facilmente assimilabile dall’organismo.
Oltre allo iodio, poi, un’altra sostanza tipica è l’acido alginico. Si tratta di una specie di gelatina che, quando arriva nello stomaco, si “spalma” sulle sue pareti proteggendone le mucose. Per chi soffre di acidità gastrica, le alghe possono essere davvero un aiuto, ma lo sono anche per chi ha problemi di colesterolo e di trigliceridi: le sostanze gelatinose si distribuiscono anche sulle pareti dell’intestino e riducono l’assorbimento dei grassi e del colesterolo. In effetti sono ormai parecchi gli studi che hanno dimostrato come un consumo costante di alghe aiuti a prevenire i disturbi cardiocircolatori, come l’arteriosclerosi e l’infarto.

PER LA MAMMA IN DOLCE ATTESA NORI SI, KOMBU NO

Se le caratteristiche generali della alghe le rendono un alimento interessante per la gran parte dei consumatori, nel caso della mamma in attesa occorre qualche attenzione in più, proprio perché contengono in forma concentrata alcuni sali e principi nutritivi.
Ai primi posti nella hit parade dei consumi ce ne sono due: Kombu e Nori, usate in molti piatti tradizionali orientali. Si possono acquistare nei negozi di alimentazione naturale, es­siccate e tagliate a fettine lunghe una decina di centi­metri, pronte per essere rei­dratate in acqua bollente, ma delle due solo la Nori è vantaggiosa per la donna incinta.

L’ALGA NORI - un integratore naturale

Nori (Porphyra Umbilicalis è il nome scientifico) è un’alga rossa dal sapore davvero buono (magari ci si deve fare un po’ l’abitudine…) e con caratteristiche nutritive che si adattano bene alle esigenze di chi aspetta un bimbo. Risulta infatti particolarmente ricca di proteine, di ferro e di provitamina A, proprio tre nutrienti dei quali il fabbisogno cresce di molto in gravidanza. Le proteine servono infatti per costruire i tessuti del bimbo che si sta formando, il ferro garantisce la formazione di emoglobina e l’ossigenazione del sangue, mentre la vitamina A agisce come antiossidante e protegge anche la pelle della mamma dallo stress e dall’azione dei radicali liberi. Tra l’altro, il fatto che la vitamina A sia presente nella Nori in forma di provitamina (che l’organismo trasforma secondo il suo bisogno reale) garantisce da ogni problema di accumulo della sostanza nell’organismo, negativo durante l’attesa.
Ma il vero asso nella manica dell’alga Nori è il suo contenuto di acidi grassi polinsaturi (quelli buoni): acido linoleico, acido linolenico, acido gamma-linolenico, ma anche i due importantissimi acidi omega 3 eicosapentaenoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA). Sono in particolare queste due sostanze a esercitare un ruolo essenziale per la corretta costruzione del tessuto nervoso dei bambini e per il mantenimento del tono dell’umore della mamma.
Di qui il consiglio di un consumo non troppo abbondante, ma frequente. In altre parole, non serve riempire il piatto una volta la settimana per fare scorta prolungata delle sostanze utili, è importante invece un suo consumo costante anche se in piccole quantità, sia per contrastare il rischio di anemia, sia per utilizzarlo come ricostituente per il sistema nervoso centrale e periferico.

DA EVITARE IN GRAVIDANZA “ALGA KOMBU” !!!

È un’alga bruna così diffusa da essere considerata ormai l’alga alimentare per antonomasia e la sua caratteristica principale è quella di essere straordinariamente ricca di iodio. Proprio questo richiede però molta attenzione nell’uso e risulta sconsigliata per la mamma in attesa. Lo iodio, infatti, gioca un ruolo essenziale nella regolazione del metabolismo attraverso gli ormoni della tiroide, e se è vero che un suo deficit (peraltro diffuso) è certamente negativo, è altrettanto negativa una sua assunzione esagerata, quale si può verificare consumando abitualmente alghe kombu. A maggior ragione in gravidanza, quando l’organismo è di per sé soggetto a un diverso assetto ormonale.
Un’altra caratteristica che rende Kombu sconsigliabile nel periodo dell’attesa è la sua ricchezza di acido glutammico. Si tratta di un particolare aminoacido utilizzato anche industrialmente per ricavarne il glutammato monosodico, un potente esaltatore di sapidità che interagisce con specifici recettori sulla lingua producendo l’umami (il “quinto sapore”). Proprio per il suo contenuto di acido glutammico la Kombu è molto usata per insaporire le pietanze e in particolare le zuppe, i legumi e le minestre, ma diverse ricerche svolte in passato hanno fatto insorgere forti dubbi sull’opportunità di proporre ai bambini un’alimentazione ricca di glutammato, ipotizzando addirittura che questa sostanza possa avere effetti negativo sullo sviluppo cerebrale.
Tra eccesso di iodio e ricchezza di glutammato, si capisce quindi come la Kombu non debba rientrare per abitudine (qualche piccolo assaggio non comporta rischi) non solo nell’alimentazione della donna incinta, ma anche in quella dei bambini sotto i dodici anni di età.

DOPO PARTO NON USARE KOMBU E FUCUS

L’alga kombu è spesso consigliata per dimagrire, insieme a un’altra alga bruna chiamata fucus. Da qualche anno, infatti, si è scoperto che queste alghe possono essere efficaci per combattere i chili di troppo grazie al fatto che sono pochissimo caloriche, contengono molto iodio che accelera il metabolismo e aiuta bruciare calorie, svolgono azione diuretica e sono anche ricche di sostanze (mucillagini) che accelerano il passaggio degli alimenti nell’intestino, diminuendo l’assorbimento dei grassi e degli zuccheri. Se Kombu si presta all’uso in cucina, fucus non è propriamente una bontà e si trova facilmente in vendita sotto forma di compresse, di estratti acquosi o di capsule gelatinose. Da usare sotto controllo medico, queste alghe non vanno bene però per la mamma che desideri perdere peso dopo il parto. I motivi sono gli stessi che rendono kombu inadatta alla gravidanza: l’eccesso di iodio che può passare anche attraverso il latte, e la necessità di non interferire in modo traumatico con il quadro ormonale della mamma.







Informazioni presi da: http://www.dolceattesa.rcs.it/2013/03/lorto-del-mare-mangiare-le-alghe-in-gravidanza/